07 marzo 2006

Un gran libro, due grandi donne


Il libro è Il mio nome dimenticato - Vita di Gerolamo Lazzeri. L'autrice è Annalisa Ferrari, insegnante alle scuole medie e madre di tre figli che, frequentando un corso di scrittura presso l'archivio di Lodi, si è imbattuta in un carteggio, datato 1928, in cui un certo Gerolamo Lazzeri si rivolgeva al podestà della città dichiarando che non avrebbe iscritto la figlia alle Giovani Italiane come richiesto pressantemente dal convitto. Gerolamo Lazzeri, e chi era costui? Annalisa ha scoperto che Gerolamo non era un personaggio qualsiasi all'epoca, anzi. Emigrato da Massa Carrara a Milano nel 1913, amico di Mussolini direttore rivoluzionario dell'Avanti, autodidatta eppure fine autore e critico letterario, socialista senza tentennamenti, pur esponendo così, come nel caso del convitto di Lodi, la moglie Hanny ed i quattro figli, a persecuzioni e privazioni da parte del regime diretto dal suo ex amico. Gerolamo, intellettuale puro così lontano dal conformismo e trasformismo italico del "tengo famiglia", muore a soli 47 anni nel 1941, prima di poter vedere il crollo del fascismo che tanto aveva avversato, senza mai piegar la testa. La famiglia si disperde, il suo nome viene dimenticato rapidamente, in un'Italia che è maestra in questo, come dice Mino Milani nella bella prefazione del libro. Poi è arrivata Annalisa, e la storia nella storia, la genesi di questo libro, tra viaggi in Lunigiana, telefonate oltreoceano, rintracciamenti fortunati come quello del figlio Dante, lucido 82enne appollaiato in cima ad un monte nel Trentino, meriterebbe un libro a parte. Basti dire che per due anni Annalisa è stata alla ricerca di riscontri e testimonianze, e per altri due ha assistito al balletto si pubblica-anzi no-ci siamo quasi- finchè il comune di origine, Bola di Tresana, ed un editore coraggioso (Chiappini, pure collezionista di libri, tra cui alcuni di Gerolamo) hanno permesso un lieto fine alla storia, con tanto di presentazione e l'intitolazione di una piazza a Lazzeri "intellettuale antifascista".
Come dice il Tozzi nostro inviato all'epoca, "ed è stato un bell'epilogo della presentazione una signora sorridente che, a microfoni spenti, inseguendo un suo pensiero, è andata a chiedere all'autrice se è vero che anche in questo caso le poteva confermare che dietro un grande uomo vi era una grande donna. Se cioè, la moglie di Gerolamo, Hanny, di cui nel libro c'è anche una bella foto, fosse una grande donna. E la risposta senza alcun dubbio è stata sì. Questo libro è dedicato anche a lei."
Noi lo dedichiamo a tutte le donne, che fino a poco tempo fa (qualcuna anche adesso) facevano dell' 8 marzo un giorno di mobilitazione per l'altra metà del cielo. Prima che arrivassero le cene e gli spogliarelli maschili.

La redazione

8 commenti:

Anonimo ha detto...

ci sarebbe da inserire anche la foto della targa di gerolamo, anche se è la festa della donna...abbiamo anche la foto di hanny, volendo. comunque buona festa della donna, per chi ci creda.
ps. straordinario l'inserimento del post alle 23.59. un maestro

Anonimo ha detto...

E questa Hanny è davvero bella, no?
:-)

Anonimo ha detto...

p.s.: e grazie a Stefano che ha messo la foto

Anonimo ha detto...

Hanny è bellissima, la storia sua e di Gerolamo altrettanto...e il figlio Dante che scrive una lettera dai monti del Trentino sfogandosi sui pericoli di nuovo fascismo che corre l'Italia, e alla fine chiede scusa se si è dilungato ma sa che almeno noi lo avremmo ascoltato " perchè qui non ti parlano o ascoltano mai, al massimo parlano del tempo..!" Grande, degno figlio di cotanti genitori....

Anonimo ha detto...

OTTOMARZO

Già, oggi è l'otto marzo..e penso sempre di lasciar perdere, di dimenticare
questa data ormai quasi imbarazzante, svalutata da cene sguaiate, improvvise
libertà per due ore e spogliarelli maschili (per carità niente di
bacchettone contro quei cari ragazzoni), ma credo sempre che si possa
passare questa giornata in riflessione, incontrandoci, in iniziative
militanti insomma, perché c'è sempre meno (se mai c'è stato) da festeggiare,
no, non si può abbassare la guardia.. e poi non ce la faccio, e mi vengono
su i magoni e la rabbia se penso al cardinalruini, e al nostro
(argh)ministro della Sanità, che considerando le donne più o meno dei
contenitori per figli "non importa a che prezzo purchè italiani" propone
l'invasione dei consultori ad uso del movimento per la vita.. snaturandone
il significato e sottraendoli di fatto alla gestione delle donne.. non
scherziamo, e il ricordo va ai mille pezzi di vita vissuta di donna e a
quelli delle mie donne, al pianto profondo che abbiamo fatto insieme io e la
mia amica A., vent'anni, quando pochi mesi fa l'ho accompagnata ad abortire,
e via il ricordo al mio vissuto, di quanto sia difficile e dolorosa una
decisione di questo tipo e di quanto spetti solo a noi farcene carico.. e mi
viene in mente la manifestazione di Milano, in gennaio, gioiosa e
orgogliosa, è sempre bellissima la piazza delle donne, straripante di
solidarietà e determinazione, tre generazioni si sono ritrovate a fare il
punto della stuazione tra nonne, figlie e nipoti, e abbiamo riso con gli
slogan delle più giovani tipo "fuori i preti dalle mutande" o i nostri "io
sono ancora mia"..che sembra che non se lo ricordi più nessuno.. No, non
possiamo abbassare la guardia proprio adesso, e di nuovo penso a quella
sentenza vergognosa di poche settimane fa, in cui giudici maschi
stabiliscono che "non è così grave l'abuso di una bambina se la minore (!) è
già 'sessualmente esperta' ". E che dire della mia amica C., massacrata di
botte davanti al figlio da un marito "incapace di accettare di averla persa
" dopo anni di separazione, o di tante altre donne che maltrattate abusate e
persino uccise con i loro figli vengono infine ignorate, restando anonime,
senza una dignità di persone, e che esistono per i media solo in quanto
'oggetti' di un "atto di follia", "reso folle dal troppo amore" ammazza.,
come si legge in gran parte della stampa maschilista. E oggi voglio guardare
a tutte quelle donne che continuano a militare contro tutto questo, penso a
mia sorella Marina e a Gabri che ci prova candidandosi come indipendente e
che è già incazzata prima di cominciare, e a tutti i collettivi femministi
(che parola!) che continuano a vigilare e lavorare.. e penso alla "settima
onda" e alle giovanissime del collettivo "gatte nere" di Ts..
Tutti i giorni al lavoro, vedo arrivare donne diverse da me, portano il velo
e vestiti troppo pesanti e chiusi, e spesso le vedo stare un passo indietro
ai loro uomini, eppure c'è qualcosa di forte, di familiare che traspare
dalle loro stentate parole in italiano, dai loro sguardi.. ci accomuna la
speranza di offrire ai nostri figli un mondo migliore, Sono coraggiose,
vulnerabili nella loro xenìa.. e mi domando se culturalmente i nostri due
mondi così apparentemente diversi non si assomiglino proprio nella durezza
per il nostro genere, e chissà se queste donne decideranno di levarsi quel
velo un giorno e se lo faranno per liberarsi veramente o finiranno da un
controllo maschile esplicito ad uno più subdolo, illusorio, travestito di
lustrini e false possibilità.
Insomma, è l'otto marzo, e io penso a tutto quel carico che tocca ad una
donna nella sua vita, penso alla mia storia di donna che ho tirato su due
figli quasi sempre da sola, poco incline ai compromessi.. colpevole di
avere ancora l'ardire di vivere un po' troppo sopra le righe, colpevole di
credere sempre al cuore, e per questo ho pagato..o se ho pagato.. donna,
sola, e quindi sacrificabile, sempre costantemente in pericolo, niente per
scontato, per acquisito, ma testarda e fedele al nomadismo della mia anima.
Un augurio vero per questo giorno sì, lo voglio fare, ed è alla piccola
Melissa, che si affaccia alla vita con grande curiosità, con quello sguardo
sulle cose, sugli affetti, che già si intuisce essere tutto al femminile,
così piccola eppure già così determinata a prendersi quello che vuole, già
così attenta a capire, e pur già col suo carico, con la sua parte di umana
eredità, a credito o a debito si starà a vedere.
Stasera, otto marzo vedrò insieme ai miei amici un bellissimo film tutto al
femminile "L'albero di Antonia" che consiglio caldamente a tutti quelli di
voi che non lo hanno ancora visto.
Grazie per lo spazio e complimenti per il blog e per il sito, mi ci sono
persa leggendo e curiosando Ele.


PS: Grazie anche se in ritardo, per la serata a Pianizzoli, a cui ho avuto
il piacere di partecipare.. sono stata benissimo, l'atmosfera accogliente,
ricca di umanità in cui ti puoi rilassare anche se è la prima volta che
partecipi.. racconti, risate, buona compagnia, ottimi tortelli e vino q.b.
.. E Luciana Bellini che non conoscevo, una presenza forte e positiva, il
giorno dopo ho subito letto "Bellini queste lettere" e sto leggendo il suo
"La terra delle donne", molto bello, e poi il gruppo dei suoi amici "di
lettere", scrittori e "maricones" e quant'altro..
Forse un po' l'atmosfera di quella sera mi ha riportato a quelle osterie
delle mie terre (io sono triestina) sull'altipiano carsico, e che sono le
case stesse dei contadini che aprono i loro fondi nella stagione del vino
nuovo, e dove si va per stare in compagnia così, a chiacchierare
semplicemente, a bere del buon vino, mangiando un po' quello che passa il
convento, qualche uovo sodo, prosciutto e salame godendosi il primissimo
sole primaverile.
Spero di poter far ancora parte della allegra compagnia quando ci sarà
un'altra occasione.

Anonimo ha detto...

Molto,molto tenera.....bella storia!
Ieri sera sono andata allo spettacolo teatrale organizzato dall' Assessorato delle Pari Opportunità:
CUORI DI DONNA era il titolo,monologo di un'ora e mezzo di tale Maila Ermini.......
L'assessore Simonetta ha letto l'introduzione,suppongo comunque scritta da lei stessa(dedicandola a Mariella Gennai),ad uno scarso pubblico prevalentemente femminile,ma soprattutto over40.....e già qui scorrerebbero parole!!!!
Poi arriva l'attrice,giovane,semplice e poco appariscente negli abiti,con le trecce,piccolo preambolo allo spettacolo che seguirà e via......voce femminile,ma potente,senza ombra di accenti regionali,brava,non si è mai impampinata(ha perso il respiro solo una volta)ha recitato in napoletano,bolognese,toscano,veneto e romanesco tracciando profili di donne comuni,sole, remissive o battagliere,riservate o becerone,folli o "normali"....
Sì, lei bella voce e molto professionale,ma le emozioni passavano poco o niente.....però dai una serata diversa!

Voglio dire,sicuramente non c'è stato pieno coinvolgimento emotivo e tutto quello che vuoi,ma almeno qualcosa c'è stato,lasciamoci un pò andare,non stiamo sempre lì a sviscerare tutto e comunque...anch'io
sebbene molto alla fine di tutto,mi ricordo cos'era l'8 marzo,l'aria i colori le canzoni....ma diamoci pace!!!!!
e soprattutto cominciamo a proporre altro,non possiamo pensare che altri lo facciano per noi!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Se no,ZITTE TUTTE!!!

Anonimo ha detto...

Visto Cuori di donna di Maila Ermini. Le emozioni passavano eccome, bravissima. Senza niente sul palco, brava brava.

Anonimo ha detto...

Anch'io ho visto questa autrice-attrice, ma in altro spettacolo, La Signora Me, a San Giuliano a Pisa. Sì, la Ermini è una artista singolare, comunque andare a vederla merita. Quello che dice, come lo dice, è diverso. Ha un teatro a Prato.