31 agosto 2006

8/9/10 settembre, il Festival di Stampa Alternativa

BEATI COSTRUTTORI DI INCERTEZZE
IV° FESTIVAL INTERNAZIONALE DELLA LETTERATURA RESISTENTE

Pitigliano e Elmo di Sorano, 8/9/10 settembre 2006


Programma


Venerdì 8 – Pitigliano, Magazzino Giustacori, via Zuccarelli 260, a 50 mt dalla Sinagoga
- ore 17,00 – Matteo Guarnaccia presenta la mostra dei suoi disegni “Pluralità estatiche” e il suo ultimo libro Almanacco della pace (www.stampalternativa.it/libri.php?id=88-7226-937-7).
- ore 21,00 Giovanni Feo illustra la Geografia sacra, argomento e titolo del suo libro fresco di stampa.
A seguire: performance di Andrea Sechi (arpa celtica) e Anita Foerster (percussioni).

Sabato 9 – Pitigliano
- ore 11,00 – Luciana Bellini e Il Fondo, Detti e ridetti – grammatica popolare (www.stampalternativa.it/libri.php?id=88-7226-935-0).
- ore 17,00 – John Giorno: reading e presentazione del suo libro La saggezza delle streghe
(www.stampalternativa.it/libri.php?id=88-7226-936-9) con il curatore e traduttore Domenico Brancale, ospite John Sinclair.

- ore 22,00 – Elmo di Sorano, Circolo Arci-Veltha: performance di John Sinclair con Mark Ritsema e presentazione del suo libro Va tutto bene con il curatore Matteo Guarnaccia. Ospite John Giorno.

Domenica 10 – Pitigliano
- ore 11,00 – Irene Blundo (autrice) su Bianciardi com’era a Grosseto nel ricordo di Isaia Vitali (Millelire speciale).
- ore 18,00 – Sara Donzelli propone La regina dei banditi di Federico Bertozzi (Millelire speciale) con la regia di Giorgio Zorcù.
- ore 20,30 – Manila Lo Giudice e il suo romanzo-opera prima Nucleo Accumbens.
- ore 22,00 – Elmo di Sorano – NOINATIMALE e ospiti: concerto per i “trentacinque stupefacenti anni di Stampa Alternativa”.


NON SI PAGA – NON CI SONO SPONSOR

Per approfondimenti:
www.stampalternativa.it/wordpress/index.php?cat=8

Il giorno 9 settembre, Detti e ridetti, il nuovo libro di Luciana, verrà presentato dal malefico trio composto da Stefano Pacini, per l'Associazione Culturale Il Fondo, Alberto Prunetti e Antonello Ricci.

30 agosto 2006

Dal blog di Stampa Alternativa

Gli scritti sottostanti sono i due commenti che Ettore, figlio di Luciano Bianciardi, ha postato all'intervento di Antonello Ricci "Bianciardi com'era di Mario Terrosi: la sfortunata vicenda di un'edizione fantasma"

Cari Signori,
per puro caso leggo sul vostro sito, assieme alla notizia, per me entusiasmante, del dissolvimento della sedicente Fondazione Luciano Bianciardi, che ho sempre ritenuto in completo contrasto con la figura e il pensiero dello scrittore, alcune polemiche tra la Vostra Casa Editrice e Luciana Bianciardi, mia sorella, circa la pubblicazione di un libro di Mario Terrosi, che, se capisco bene, è costituito in gran parte dalla corrispondenza tra l’Autore e Luciano Bianciardi, mio padre. Per quel che riesco a capire, ma sarò lieto se vorrete spiegarmi meglio, è sorta una disputa su eventuali “diritti d’autore” per i quali Luciana Bianciardi avrebbe impedito a voi di pubblicare tale libro.
Nel seguito delle vostre note, fate riferimento all’atteggiamento sulla questione e più in generale, degli EREDI.
A questo punto mi preme precisare quanto segue.
1) Eredi legittimi di Luciano Bianciardi sono oltre alla figlia Luciana, la moglie Adria Belardi ed il sottoscritto figlio Ettore.
2) l’erede Ettore Bianciardi non ha mai posto problemi riguardo al diritto d’autore, anche perchè nessuno gli ha mai chiesto niente.
3) Luciana Bianciardi non rappresenta in alcun modo la volontà di Ettore Bianciardi, neanche nelle questioni relative ai diritti d’autore presunti o meno del comune padre.
4) Ettore Bianciardi considera il cosiddetto diritto d’autore un retaggio medioevale, che deve essere presto abolito nella giurisprudenza, ma prima di allora nella coscienza e nell’intelligenza delle persone.

Ciò premesso, sicuro che nel seguito e per questioni simili, vi riferirete a Luciana Bianciardi e non più agli Eredi Bianciardi, mi piacerebbe conoscere qualcosa di più riguardo a questa iniziativa ed al resto delle iniziative che proponete riguardo a Luciano Bianciardi e più in generale riguardo i problemi (ahimé) del cosiddetto lavoro culturale. Non è escluso che in tale riguardo possa decidere di esercitare il terzo dei miei diritti d’autore nel rispetto delle mie convinzioni alle quali accennavo.
Grato di una Vostra risposta vi saluto e vi faccio gli auguri per una attività che mi pare meritoria

Ettore Bianciardi


E così è vero!
L’amico Gregorio Scalise me lo conferma, ha ricevuto una lettera dalla sedicente Fondazione Bianciardi, firmata da quattro signori piangenti che annunciano le loro dimissioni dovute alla cattiveria del mondo intero, contro di loro coalizzato; sono: Velio Abati, Maria Pia Betti, Walter Lorenzoni, Gabriella Solari.
L’inizio è promettente, ma gli altri? Non credono tutti i signori (e le signore) che a vario titolo sono state presenti in questo sciocco e sciagurato organismo autoreferenziale di farsi anche loro da parte, magari chiedendo scusa all’umanità?
Non vedono la necessità di una… rifondazione della Fondazione (se proprio c’è bisogno di essa)? Non credono che la gestione personalistica ed antitetica al personaggio ricordato non debba esser ormai considerata conclusa? Non credono sia ora di cessare di offendere la menoria di LB, continuando a fare le cose che lui detestava e che ha sempre dileggiato?

Suvvia un po’ di buona volontà e un minimo di intelligenza.

Con la speranza di buone notizie

Ettore Bianciardi

26 agosto 2006

Agosto nero

Non so se avete fatto caso, tra una pizza ed una occhiata distratta ai giornali, che si è svolta una guerra questa estate.
Fortunatamente è stata dichiarata una tregua per ferragosto, e adesso pare che le armi tacciano.
Tacciono per sempre anche 1200 civili libanesi e 40 israeliani.( Per non parlare delle centinaia di combattenti morti). Un terzo delle vittime sono bambini sotto i 12 anni. Un quarto della popolazione libanese ha dovuto abbandonare le proprie case. Il numero dei palazzi e delle infrastrutture civili ( anche ospedali) bombardati è altissimo.
Amnesty International accusa, documenti alla mano, Israele e le sue forze armate, di crimini contro l'umanità. A confronto, purtroppo, un crimine che commosse il mondo, come la strage di bambini nel Caucaso a Beslan ( lo ricordate? ricordate le luci accese sui balconi ed i temi dati in tutte le scuole italiane ed europee? ) pare un episodio minore.......e invece no; NO. Come si fa? Molto semplice; basta sminuire, minimizzare, dare certo le notizie, ma alcune, quelle che dovrebbero apparire in prima pagina, metterle nell'interno, in angolo, senza troppa enfasi.
Ci sono morti di prima e seconda classe, quelli buoni e quelli cattivi. Non parlo di giornali e giornalisti ( si fa per dire) tristemente noti, no, parlo di Repubblica ad esempio.
Tristissimo tramonto di un giornale nato sull'esempio di Le Monde o l' Indipendent, e finito in mano, per gli indirizzi di politica estera, ad una lobby ebraica che dir faziosa è farle un complimento. Pronta a sparare l'accusa più infame ( antisemita ! ) a chiunque si provi a criticare la politica omicida e razzista del governo( non del popolo) israeliano, che dagli omicidi mirati, ai muri divisori, ai bombardamenti aerei esprime tutto il suo imbelle sfoggio guerriero in nome di una pace a senso unico; quella dei cimiteri e dei bantustan.
Il bello è che persino un moderato come D'Alema viene accusato di essere colluso con i terroristi per aver visitato i luoghi rasi al suolo dall'aviazione israeliana.
Che poi il figlio di David Grossman sia caduto al fronte, umanamente ci rattrista, ma volerlo spacciare per campione di pacifismo tanto da riportare tutta l'orazione funebre del padre, ci pare di pessimo gusto, considerando il fatto che il soldato in questione aveva vinto il suo corso per comandare carri armati, e che questi comandava quando è caduto. Quanti bambini ( per errore, per carità, li chiamano danni collaterali...) hanno ucciso questi carri armati?
Ci sono centinaia di pacifisti in Israele che hanno conosciuto il carcere perchè si rifiutano di continuare a svolgere una occupazione coloniale dei territori palestinesi. Ma di loro Repubblica non parla.
Ben poco anche di Angelo Frammartino, pacifista e internazionalista di 24 anni ucciso da un palestinese coetaneo che si era recato a Gerusalemme per far fuori a coltellate il primo ebreo che avesse incontrato nei vicoli bui della città vecchia. Dietro la follia omicida una vita di cugini uccisi ed arrestati e 40 anni di occupazione militare e miseria. Un dramma nel dramma dentro un gigantesco dramma. Le due famiglie, annichilite dal dolore, ma convinte che vivere in pace si può, si incontreranno.
Se denunciare tutto questo è essere antisemiti, Repubblica si renda conto con la sua grottesca caricatura della realtà che alla lunga rischia proprio di fare il gioco degli antisemiti veri, dei razzisti e nazisti nascosti nel ventre molle di ogni popolo. E questo non è rendere un bel servizio al popolo israeliano. Solo una pace duratura tra due popoli e due stati può dare nel tempo dei frutti di pace. Il resto è retorica, menzogna e follia.