02 marzo 2006

2 marzo, un giorno in Italia

C'è qualcosa di pervicacemente malato in questo paese. Un giovane detenuto nel carcere di Livorno muore improvvisamente, viene tirato in ballo un malore, peccato il suo corpo sia coperto di lividi, la madre cerca di far aprire un' inchiesta, i giudici la negano, gli unici che le danno ascolto sono i tifosi della curva ed "Il Vernacoliere". La battaglia è ancora in corso, ma l'esito appare già scritto. Un ragazzo, incensurato, all'alba del 25 settembre a Ferrara, viene fermato dalla polizia, dicono che si sente male, muore, anche qui la madre vede un corpo con lividi molto sospetti, agita il caso, che ancora non è stato archiviato, ma quello che colpisce è il silenzio intorno all'episodio. Pochi giorni fa un vigilantes a Milano ammazza a colpi di pistola un marocchino che abitava nel palazzo a cui era di guardia (un palazzo con mini appartamenti affittati agli emigrati a 800-900 euro al mese) con altri colleghi, che identificavano chiunque entrasse e uscisse, una galera in pratica, e a pagamento. Dei carabinieri invece pestano saltandoci pure sopra un altro marocchino dopo l'arresto; il caso ha dieci minuti di notorietà perchè finisce in internet ed in tv per via del filmato che lo documenta. Prontamente i cittadini si mobilitano con una raccolta di firme per... esprimere solidarietà ai cc. Viene approvata una sciagurata legge sulla legittima difesa su input dei forcaioli leghisti, e subito un commerciante spara e ammazza un ladruncolo di un'azalea nel suo giardino... Che paese è questo? Che paese è un paese che non solo non si indigna più, ma volta le spalle e fa finta di nulla, quando va bene? Un paese impaurito, rancoroso, in cerca di qualche disgraziato che faccia da capro espiatorio, un paese sempre più americano, nel senso che è in mano ad una banda di mafiosi, bigotti, razzisti e fascisti, che bombardano di paure e aizzano ai peggiori istinti un popolo non più di cittadini ma di clienti, attraverso i media che controllano quasi integralmente. Un paese che censura la satira, in cui non si può nemmeno più rappresentare in tv Moliere all'una di notte, che chiama culattoni i gay e considera concubini chi convive fuori dal matrimonio. Che promette un milione di nuovi carcerati per droga, ed un poliziotto di quartiere e di condominio per tutti (e se non basta si privatizza, con i vigilantes, come a Milano). E che ha pure il coraggio di ergersi a difensore della civiltà e democrazia da esportare in Irak, sulla punta delle baionette.
Sono lontane anni luce le campagne di stampa per esigere giustizia per Pinelli o per le tante stragi impunite. Il comportamento dei media francesi, spagnoli o inglesi in casi simili, è diametralmente opposto. La primavera si avvicina, forse porterà un cambio di governo, ma il marciume, la miseria spirituale che ha ammorbato la nostra coscienza è penetrato in profondità, non sarà facile lavarlo via.
Oggi comunque è il 2 marzo; Margherita e Orlando si vogliono bene da tredici anni. E' bello come il sole il loro sentimento. Speriamo ci portino un pò di luce e tepore anche a noi.

Stefano

8 commenti:

Anonimo ha detto...

c'è da stare allegri, eh?

Anonimo ha detto...

c'è speranza finchè c'è gente come te...ciao, vane

Anonimo ha detto...

credo che sia solo una questione di paura, in fondo, come cantò guccini a proposito della baraldini: "paura del diverso, del contrario, di chi lotta per cambiare...nazione di bigotti ora vi chiedo di lasciarla ritornare, perchè non è possibile rinchiudere le idee in una galera", per poi finire con "e sempre l'ignoranza fa paura ed il silenzio è uguale a morte". Si tratta di ignoranza, che però alla fine è così radicata da essere ignoranza di un popolo, e che la lega sia in prima fila fa capire da chi venga la predica...

Anonimo ha detto...

Ci si indigna Stefano, ci si indigna, si diventa duri e si cerca di non perdere la tenerezza, vecchia storia....non so chi siano Margherita e Orlando ma ti prego di fargli avere i miei auguri più caldi e luminosi....

Anonimo ha detto...

Margherita e Orlando incarnano l'amore e la speranza, che, come diceva N. Hikmet " la speranza, la speranza, la speranza, la speranza è nell'uomo."

Anonimo ha detto...

anch'io mi unisco a fiamma, negli auguri a margherita e orlando. e ti ringrazio, stefano, per questa storia: ormai te ne devo tante. e vi ringrazio per aver deciso di aprire questo spazio, è importante. lo festeggerò ogni giorno e come si conviene. vi abbraccio, intanto. :-)

Anonimo ha detto...

ciao stefano, ti scrivevo per segnalarti un fatto nel caso tu nn l'avessi ancora visto..
sono usciti un po' di articoli sul manifesto, ma il caso nn ha avuto abbastanza diffusione..io nel mio piccolo lo dico a tutti.
a ferrara in settembre un ragazzo è morto, si chiamava federico aldrovandi, aveva 18 anni compiuti da poco. è morto tra le cinque e le sei del mattino, era solo, pare che nessuno abbia visto e sentito niente. penso che abbia poca importanza cosa dice l'autopsia della polizia, le perizie,la droga...le immagini che sono uscite nn hanno bisogno di alcun commento, solo di azioni.è morto picchiato da tre o più agenti, fine. è morto in una città che tutti dicono tranquilla, talmente tranquilla che l'omertà continua a lasciare correre le cose nel dimenticatoio.
immaginavo che lo sapevi già, cmq c'è il blog su kataweb, ci sono filmati, foto. io spero che questa notizia faccia il giro dell'italia intera, spero che venga fuori la verità..
un bacio, vale

Anonimo ha detto...

Sulla questione di Federico trovo incredible il fatto che nessuno ne possa parlare. Come se lo Stato avesse ragione a prescindere. Magari lui ha sbattuto davvero il capo contro il lampione, magari lui è morto per cause naturali (ci credo poco, quanto credo che Carlo si sia buttato sotto le ruote della jeep..), ma perché non si può dubitare, perché non si può scoprire la verità? Vabbè, anche Calipari è morto "per un colpo sparato dalla mano del fato". Svegliatemi, vi prego.