22 gennaio 2011

Alla ricerca del '68 perduto

28 gennaio 2011 - ore 17
Le Clarisse - Piazza XXIV Maggio - Massa Marittima
Un racconto per immagini
a cura di Stefano Pacini

...E così il Natale è diventato nient’altro che un formidabile incremento alle vendite. Il capitalismo accumula la ricchezza immensa estorta giorno per giorno al lavoro sfruttato per mascherarsi da papà Natale pronto ad elargirla. Così, ogni anno, a data fissa, i cuori si riempiono di bontà: chi è buono deve regalare, regalare vuol dire spendere, e spendere significa indebitarsi ed ingrassare il padrone. Il cerchio si chiude e il Natale, come tutto il resto, è servito al suo scopo: accrescere i profitti, e farci dimenticare lo sfruttamento. Perciò noi siamo contro questo Natale, ipocrita, commedia commerciale che ci vuole far sentire ricchi una volta all’anno. Contro il ricatto dei padroni, che giocano su tutto, compresi i bambini. A tre anni, grazie alla pubblicità Rai-Tv i bambini acquistano già la mentalità del consumatore idiota e pronto a desiderare tutto quello che il Mercato impone... Non c’è natale per i braccianti di Avola, per i lavoratori e gli studenti in lotta in tutta Italia. La tregua truffatrice dei padroni, Canzonissima e i discorsi di papi e presidenti non ci ingannano. La nostra festa è la lotta continua contro un mondo in cui la ricchezza viene impiegata per perpetuare la miseria e il dominio.

Il Potere Operaio Pisa 24-12-1968

Questa è la mia ultima mostra a Massa. Un progetto cacciato dalla porta tempo fa, e rientrato dalla finestra grazie all'interessamento dell'Università della libera età. E' anche un modo per mettere un punto fermo, andare avanti, andare via da questo disgraziato paese senza onore, dignità,coscienza. Non era questo il paese che avremmo voluto per i nostri figli. Ero giovanissimo, ma ricordo bene l'aria nuova di grandi cambiamenti persino nella nostra provincia profonda. Mia sorella, la prima da sempre in famiglia, frequentava l'Università, e da lì riportava l'esplosione del vecchio mondo secolare, la nuova musica, la contestazione e la ripresa della parola.IL '68 è stato, al termine di quel gomitolo rosso della storia che si dipana dalla Rivoluzione francese, l'ultimo grande moto collettivo e planetario egualitario. Ci si batteva per la libertà, felicità e giustizia per tutti. Per l'emancipazione e liberazione dei popoli. Per la fine dell'oppressione dell'uomo sull'uomo. Per la fine della famiglia patriarcale e maschilista. Per allargare l'area della coscienza, mentre il rock segnava un fossato incolmabile tra il prima e il dopo. Qualcuno ha detto che abbiamo scambiato un tramonto per l'alba. Probabile, in ogni caso i colori erano bellissimi.
C'è un prima e dopo durante il decennio '68-77 della grande rivolta in Italia. Segnato dal 12 dicembre 1969. Dopo la strage di Piazza Fontana,la prima di una lunga serie ,l'assassinio di Giuseppe Pinelli, il primo di una lunga serie senza giustizia, l'atmosfera cambia, le speranze declinano, la lotta politica si fa cattiva e senza pietà, molti già si avviano per la strada suicida della lotta armata. Sono diverse le espressioni anche nelle fotografie. Una generazione intera comunque lotterà per tutti gli anni '70, poi si affermeranno le teorie neoliberiste, l'individualismo e le culture televisive dell'apparire ad ogni costo. L'Italia perde l'occasione di diventare un paese adulto, normale, migliore.
Questa mostra è quindi, non solo dalla parte dei ribelli di allora, ma anche da quella dei cosiddetti cattivi, dei maledetti, dei disconosciuti. Almeno questo frammento di memoria, spero gli possa rendere giustizia. Sperando, oggi come allora: non è che l'inizio, continuiamo la lotta. Dedicato ai ragazzi di Valle Giulia del febbraio '68 e a quelli di Piazza del Popolo del 14 dicembre 2010.
Il '68 è morto, sempre viva il '68 !