23 dicembre 2006

Riaprire il fuoco- Cambiare il mondo

CAMBIARE IL MONDO

A vent’anni si combinano di solito un sacco di fesserie, non l’ultima quella di sperare che le cose cambino, operando dal di dentro, come si suol dire da teorici delle rivoluzioni. Orbene, il sistema - ormai lo so di sicuro - si muta operando dal di fuori. L’ho scritto nel mio ultimo romanzo e lo ripeto volentieri: se vogliamo che le cose cambino, occorre occupare banche e far saltare la televisione. Non c’è altra possibile soluzione rivoluzionaria. A Montecarlo non ci sono i canonisti, lo so. Paga tutto la pubblicità, gli utenti non pagano. Ma la scontano.(19 ottobre 1970)

(Luciano Bianciardi, Il fuorigioco mi sta antipatico - Stampa alternativa - in libreria a gennaio)

da www.riaprireilfuoco.org blog dell'antifondazione Bianciardi a cura di Ettore Bianciardi

16 dicembre 2006

Guerrieri italiani di ritorno dal fronte

Con il "Manifesto" oggi 16 dicembre è in vendita il supplemento del sabato "Alias". Nonostante la copertina si occupi di greatest hits, di white christmas, ed altre stronzate del genere, un piccolo occhiello a fondo pagina dice "Guerrieri italiani di ritorno dal fronte". L'articolo di Emilio Quadrelli è terribilmente bello, pur affogato, senza lanci di agenzia, occhielli sul Manifesto, come se sì, si pubblica ma non facciamone un caso(!) senza spiegazioni di sorta ( è un articolo, fa parte di un libro, chi sono gli intervistati?) al centro di Alias tra recensioni dei film di natale di De Sica e Bonolis, che ne hanno bisogno, si sa...L'articolo avrebbe meritato ben altro, e magari invece ci tocca anche ringraziare la redazione di non averlo cestinato......
Tre interviste AGGHIACCIANTI a soldati italiani combattenti di ritorno dal fronte o che, come nel caso di una soldatessa al fronte bramano di andarci al più presto, fanno piazza pulita, se ancora ce ne fosse stato bisogno, del mito dei " nostri bravi ragazzi in missione di pace all'estero". Come conclude magistralmente Quadrelli " la guerra non sembra essere altro che l'estensione della guerra combattuta quotidianamente contro i clandestini, basti pensare al numero di cadaveri clandestini di cui i mari delle nostre coste, militarmente presidiati, fanno incetta. Morti senza volto, per nulla diversi dai corpi profanati, torturati, bruciati e stuprati nelle varie zone di guerra e per di più totalmente inermi. A loro non è concessa neppure la carta estrema del suicidio combattente come forma ultima di resistenza. Con estrema semplicità e senza alcun clamore muoiono ingoiati dai flutti. Uno spettacolo che ciascuno può gustarsi seduto in poltrona insieme al suo corollario: il trasferimento dei sopravvissuti nei lager cpt. In poche parole bisogna riconoscere l'assenza di enfasi quando, rivolgendoci ai nostri soldati combattenti, li apostrofiamo benevolmente come i "nostri ragazzi". In effetti stanno facendo, senza se e senza ma, ciò che noi gli abbiamo chiesto e, al di là delle loro esperienze estreme, quel tipo umano è lo stesso che ogni giorno ritroviamo guardandoci allo specchio. Siamo partiti con non poco entusiasmo per andare alla ricerca di un particolare tipo umano, ma con non poca delusione siamo giunti a una scoperta stupida e terrificante, la stessa alla quale era pervenuta Arendt in uno dei suoi scritti più suggestivi: dietro l'orrore dell'olocausto e della tragedia nazista non vi era nulla di eccezionale, ma la prosaica banalità del male dell'uomo qualunque. La nostra banalità".
Dalle interviste....." Tu sai che quelli non sono come te, altre razze, altre culture, altri modi di vedere il mondo, sai soprattutto che sono inferiori a te, ma questo non vuol dire che non siano pericolosi, anche i topi e gli scorpioni possono uccidere.....il problema è che sono come bestie feroci e sono in grado di sopportare condizioni a noi inimmaginabili, me ne sono reso conto guardando come reggono agli interrogatori, hanno la stessa resistenza al dolore delle bestie e questo ti dice quanta differenza ci sia tra noi e loro....di civili ammazzati ne leggi tutti i giorni, ma sentirai parlare solo di quelli uccisi dai loro connazionali, non di quelli che facciamo fuori noi....dal nostro punto di vista non esistono civili, noi partiamo dal presupposto che tutti quelli che ci troviamo di fronte sono nemici....quella è gente non diversa dagli animali e al massimo li puoi trattare come animali un pò addomesticati, come gli extracomunitari che ci sono anche in Italia....devi fargli capire che la loro vita e la loro morte dipendono solo da te, che te puoi tutto e loro niente, i modi sono tanti....un altro sistema importante è quello della violenza verso le donne davanti agli uomini della famiglia; fare fottere la madre, la moglie o la sorella da 5 o 6 militari davanti ai maschi della famiglia è un modo di fargli perdere completamente l'autostima.....un altro modo è quello di mitragliare quando passi, senza alcun motivo, i passanti, cioè, senza farla troppo lunga, la prima fase è quella del terrore....l'idea di contro chi ci battiamo è molto chiara e del perchè ci battiamo ne siamo non solo coscienti ma orgogliosi. Sotto certi aspetti, la guerra attuale, è un pò la continuazione della guerra contro il comunismo. Anche adesso si tratta di liberare il mondo da un modello totalitario che schiaccia gli individui..............."
Buon natale.

11 dicembre 2006

Il boia Pinochet

Il boia Pinochet è finalmente crepato. Meglio tardi che mai.

08 dicembre 2006

Un caso esemplare

Dina Huincaleo e Rogelio Fermin sono due indios Mapuche della Patagonia. La pelle cotta dal sole, dal vento, dal freddo, entrambi di mezza età, mingherlino lui, più cicciottella lei. Sono in Italia su invito dell'associazione Ya Basta! del Comune di Montebelluna, del Comune di Venezia, e della università di Siena, nonchè dalla nostra banda di fotografi e filmaker, che ha coprodotto con loro un video sulla lotta decennale per non farsi deufradare delle terre comunitarie che occupano dall'alba dei tempi, dagli scippi di multinazionali come Benetton (900000 ettari avuti illegalmente a due dollari dal governo argentino). Parlano lentamente e semplicemente, ma con estrema chiarezza; le promesse del nuovo governo, noti commentatori televisivi che si schierano al loro fianco tranne poi scoprire che hanno acquistato migliaia di ettari illegalmente, Benetton che preoccupato della campagna a loro favore in Italia promette di restituire 5000 ettari(!!!). No, non vogliono elemosine o pietismi, " c'è chi crede che la terra gli appartenga, noi sappiamo di appartenere alla terra. Queremos tierra, queremos dignidad, la tierra Mapuche non està en venta! " Ovunque vanno Rogelio e Dina incontrano della calda solidarietà, un abbraccio che nelle cene e proiezioni, dal Veneto alla Toscana, si concretizza anche in fondi che stanno permettendo la costruzione di una radio Mapuche, per dare più possibilità alla R/esistenza di questi senza voce. Ma quando sono arrivati all'aereoporto di Fiumicino Dina e Rogelio si son visti sequestrare dalla polizia i passaporti e negare l'ingresso perchè, ai sensi della legge bossi-fini, non avevano abbastanza denaro da giustificare un soggiorno in Italia! Se non si è ricchi o se non si è carne da macello lavorativa non si entra in Italia, specie se un poco scuri di pelle! I viaggi di solidarietà, cultura e scambio di esperienza, per i solerti funzionari dell'ordine non esistono! Son stati bloccati una notte e un giorno senza cibo ed acqua, senza un interprete, mentre la polizia negava al telefono e di persona agli organizzatori preoccupati della loro scomparsa di averli fermati! E sarebbero stati respinti in Argentina se il Comune di Montebelluna, il Comune di Venezia, l'associazione con i suoi legali, ed una parlamentare (Luana Zanella), non avessero alla fine sbloccato il sequestro dei delegati Mapuche.
Dina è la rappresentante della comunità di Leleque, che si ritrova a vivere in una vecchia stazione ferroviaria dismessa nel cuore della proprietà Benetton. Senza acqua luce o riscaldamento. Non possono tenere animali, sono circondati da recinzioni, per prendere l'acqua devono camminare kilometri perchè è loro proibito attraversare la "proprietà privata" dei Benetton. Tutto intorno prati ben curati, pista d'atterraggio per elicotteri, villa super con perfino le stalle riscaldate per cavalli di razza..........La verdad es tan dificil negarla como de esconderla....

02 dicembre 2006

Un triste caso umano

Non ci piace ritornare sul triste caso umano dell'ex carabiniere Placanica, quello assolto dall'accusa di aver sparato in faccia e ucciso Carlo Giuliani perchè avrebbe sparato in aria ad un calcinaccio che avrebbe fatto deviare un proiettile e conclusioni simili senza il ritegno della vergogna pur di dimostrare l'indimostrabile. Purtroppo le notizie riportate dai principali quotidiani dopo che il fu milite ha rilasciato una intervista, ci costringono a farlo. Anche perchè l'Arma si è molto offesa dell'improvviso ritorno di memoria del suo ex membro. Il Placanica in buona sostanza dice che non fu lui a sparare i colpi che uccisero Carlo Giuliani al G8 di Genova nel luglio 2001. Dice anche che sul cadavere qualcuno infierì spaccando un grosso sasso in fronte e che quando fece ritorno in caserma fu festeggiato come un eroe, gli regalarono un basco dei cc parà, gli dettero il benvenuto tra gli assassini, e intonarono ameni cori ( purtroppo già sentiti spesso in molte caserme) del tipo 1-2-3 evviva Pinochet, 4-5-6 morte agli ebrei....Quello che NOTIAMO, al di là del triste caso umano di un tipo che ha avuto il coraggio di citare per danni la famiglia di Carlo Giuliani perchè a causa di loro figlio avrebbe perso l'amato lavoro nei carabinieri (!!!) di presentarsi alle elezioni e prendere 29 voti (!!) di riaffermare anche in questa intervista che tornerebbe tanto volentieri a lavorare nelle forze dell'ordine (!) è che Carlo Giuliani è stato ammazzato come un cane, il cadavere vilipeso, il presunto assassino festeggiato con cori nazisti, la memoria offesa da ex (?) picchiatori come La Russa che hanno trovato abominevole intitolare un aula del gruppo parlamentare di rif. com. a Carlo Giuliani, e che tutti gli sforzi per ottenere verità e giustizia su Genova sono falliti...e i protagonisti della diaz, dei pestaggi e delle montature e torture tutti promossi.....lo stato non si processa, ti ammazza, ma non cambia. Tutto il resto è un tragicomico balletto.