02 aprile 2006

Il Caimano

Un paio di giorni ho visto in dvd Crash, il film che ha appena vinto il Premio Oscar.
Film corale, varie storie che si intersecano fra loro, con buoni e cattivi che cambiano di ruolo e a volte ti spiazzano; buon film, un'America Oggi in salsa buonista di inzio millennio, anche se decisamente meno graffiante e troppo leccato e politically correct.
Non è un caso che abbia vinto l'Oscar, del resto.
Come direbbe un mio amico, un pezzo di torta per il quale andare al cinema perchè, come dice lui rifacendosi ad una definizione di Hitchock, il cinema è "un pezzo di torta" da gustare. Nè più nè meno: una fetta di dolce.
Bandendo così dal suo unverso filmico una lunga serie di film che, per forza di cose, fette di torta non sono, come il neorealismo italiano degli anni '50, e comunque diversi capolavori che però, per loro genesi, fanno parte di film sgradevoli, e che dunque non rientrano nella categoria "fette di torta".
Il ragionamento, credo, sotteso a questa categorizzazione è quello del divertimento: perchè andare al cinema per "soffrire", quando la vita già ci dà tutti i giorni decine di notizie per le quali provare un senso di pena? Come si fa a soffrire più per una telenovela o per un film che per il povero Tommy, che proprio poche ore fa pare sia stato ucciso, pace all'anima sua?
Ritengo che ognuno veda in un film quello che vuole, da chi ci va solo a Natale ai film di Boldi a chi si autoflagella andando tutte le sere nei cineforum a vedere film armeni degli anni '60, fra gli estremi c'è tutto un mondo in mezzo.
Come in mezzo sta Il Caimano di Moretti, non un film civile come Le mani sulla città in senso stretto, ma comunque certo un film impegnato.
Che è un film che da una parte racconta la solita storia d'amore tormentata dei film italiani degli ultimi anni, e dall'altra imbastisce addirittura un film nel film sul personaggio Berlusconi, macchiettizzandolo all'inizio per poi addirittura immaginarlo nel finale come possibile strumento di scontri sociali molto pesanti nel Paese, che potrebbero addirittura sfociare in una guerra civile, chissà.
La necessaria premessa è che a me Moretti piace, se girasse un film che lo ritraesse due ore in bagno io andrei a vederlo, senza dubbio. E magari ci tornerei per rivederlo, mi basta qualche faccia e le minchiate che spara.
Nella diatriba monicelliana, che gli disse tanti anni fa "Moretti, stai sempre sullo schermo, scansati che dobbiamo vedere il film", io e molti altri pensiamo che Moretti sia il film, e non si debba scansare. Anzi.
Quindi ho un pregiudizio positivo su di lui, che questo film forse non amplifica, ma certo non riduce.
Anche se vedere Moretti sullo schermo per un totale di 6/7 minuti è stata dura, spero non si ripeta in futuro, considerando anche che gira un film ogni 5 anni (che poi coincide con le elezioni politiche, sarà un caso...).
Di certo, è un film che in Italia mancava, anche se lo stesso Moretti autoironizzando nel film, decide di non fare l'attore principale perchè "che vuoi fare un film in Italia su Berlusconi per spiegare? che chi voleva capire ha capito, e chi non non capirà mai, perchè non vuole capire. E comunque Berlusconi ha già vinto perchè ci ha cambiato la testa negli ultimi 30 anni...io voglio fare una commedia, è sempre il momento di fare una commedia". Questo uno dei messaggi del film, uno dei più chiari: il film non serve a niente, non è una protesta civile, e nemmeno una protesta forse. E' solo un film. Che pure finisce in un'aula di Giustizia dove Berlusconi viene condannato a 7 anni di carcere, e si lancia nell'ennesima accusa al potere giudiziario, accusa che apre scenari di future devastazioni.
Quale sia il messaggio morettiano non so bene, credo che ognuno ci possa trovare diverse chiavi di lettura, dal Moretti privato (la famiglia in difficoltà come forse anche la sua in questo periodo; il rapporto con i figli piccoli; un'acuta ironia sul mondo del cinema italiano), a quello pubblico (l'anomalia italiana, col produttore polacco che non perde l'occasione di denigrare l'Italia per colpa di Berlusconi; la domanda più volte fatta nel primo tempo del film: ma da dove vengono i soldi di Berlusconi? domanda senza risposta), al film sul film, che a me personalmente ha sempre affascinato come trovata, per quanto trita e ritrita.
Non so se è una buona fetta di torta questo Caimano, e nemmeno se è una fetta di torta.
Nel dubbio direi di no, ma poco mi importa in fondo.
Perchè ci sono momenti nei quali mangiare pezzi di torta, ed altri dove è meglio, anzi è doveroso, assaggiare altro, senza nulla togliere a questa visione della cinematografia. Ma in un paese come l'Italia, dove è sempre il momento di fare una commedia a natale per sollevare gli animi, 90 minuti di tempo per vedere un film come questo direi che si possono trovare, che si voti per Berlusconi oppure no poco importa: tutto sommato, nella mia vita, sia di fruitore cinematografico che soprattutto di cittadino, un film come Crash occupa un posto decisamente inferiore al Caimano, non c'è dubbio.
E se poi fra 5 anni un regista impegnato di destra facesse un film su Prodi, in fondo, perchè non andare a vederlo?
Ci sarebbe sempre la nostra Italia, il nostro futuro, sullo schermo, anche in quella occasione.
E l'Italia non è un pezzo di torta. O forse sì, per buona parte di quelli che se ne sono occupati da vicino in questi anni.
E allora, nel dubbio fra la torta da mangiare e la torta Italia, scelgo la seconda, mi perdonino i pasticcieri ed i registi come Frank Capra e Billy Wilder, che fanno di queste fette di torta un panorama cinematografico che pure amo profondamente.
Ma amo (e quindi odio) di più l'Italia, mi spiace.
Soprattutto quella che resiste, diceva tanti anni fa De Gregori.

Alessandro Tozzi

4 commenti:

Anonimo ha detto...

w marx w prodi w il profi-te-rol!

Anonimo ha detto...

Moretti umanamente mi irrita; è tutto ciò che mal sopportavo da ragazzo, il liceale della fgci di D'Alema, che alle assemblee ci dava con gentile ironia degli estremisti rozzi (a noi del tecnico)veniva da famiglie piccolo borghesi e ci fregava pure le ragazze più belle....in questo il ' 77 fu una grande rivincita, ma Moretti si mise a fare i film, e a prenderci in giro anche lì, ma come facevi a non ridere di io sono un autarchico ed ecce bombo? e la messa è finita? sì, invecchio, dopotutto mi piace persino nanni moretti....lo confesso, ma umanamente continua a farmi rabbia, l'ammetto.

Anonimo ha detto...

Non credo molto alla " fetta di torta" sono troppo seriosa ahimè per prendere quelle due ore al buio come un passatempo dolce; anch'io preferisco il neorealismo italiano e perchè no i film siriani con i sotto titoli leggi "La sposa Siriana". Ma questi sono solo i miei gusti!
E Nanni Moretti è un mio grande preferito, si anch'io lo guarderei a scatola chiusa , qualsiasi cosa facesse, come i francesei che gli hanno preso il film per il Festival di Cannes , senza sapere molto. Nanni è lì è un po' la cattiva coscienza di tutti noi, lì bello come una rosa, con il suo sorriso stampigliato che dice che le cose più crudeli, un signorino, a volte sembra con la puzza sotto il naso, con le sue malattie, le sue nevrosi; però arriva al cuore di quelli che sono pronti. Certo che ti fa incazzare , ma è questo lo scopo, mica i film ti devono solo addolcire. Qualche volta ti fanno affogare in un barattolone di nutella e a volte ti fanno gridare davanti alla televisione che sembra muta e sorda. E poi lasciatemelo dire Nanni ha una grande prerogativa quella di avere un alter ego magnifico, straordinario come Silvio Orlando , il mio attore italiano preferito.
Vi saluto e buona visione a tutti. Antonella

Anonimo ha detto...

Non amo affatto Moretti, lo trovo arrogante più o meno come
D'Alema, e non amo molto neanche il suo cinema, molto mentale e poco
profondo, in ogni modo "il Caimano", questo glielo riconosco, è un film
puntuale, un atto dovuto, forte, agghiacciante nel finale.. un cazzotto
dritto nello stomaco di questa italia che sta a guardare.. e speriamo bene
che non vada a finire come con Moore in america..