09 maggio 2006

Scrittore "Contro"

L’atto d’accusa dello scrittore maremmano contro il conformismo della cultura
SCRITTORE ‘CONTRO’
Lettere inedite di Bianciardi a un amico

di David Fiesoli

Martedì sera, a casa dell’attrice Elisabetta Salvatori che con il cantautore Mario Castelnuovo aveva appena terminato un bellissimo spettacolo sull’amore, a cena c’era anche Carlo Monni ed è uscito fuori il nome di Luciano Bianciardi. Stessa cosa qualche sera prima, con Bobo Rondelli, Vichi e Emiliano Gucci. Eppure i libri di Bianciardi si trovano male, e la cultura ufficiale lo ignora del tutto. Ma quella vera, che si fa nei piccoli centri, nei piccoli teatri e tra artisti che hanno a cuore la libertà, lo conosce e lo ama, perchè Bianciardi scopre come un nervo la cattiva coscienza dell’Italia, è la polvere sotto il tappeto della scintillante cultura ufficial-televisiva, mercantil-editoriale. E a sottolineare la spina nel fianco che ebbe e che fu, ci sono ora alcune lettere inedite scritte al grossetano Mario Terrosi, l’amico di sempre: si sono scritti fino all’ultimo viaggio, quando Bianciardi tornò in Maremma morto d’alcol. A Grosseto, mentre Terrosi imparava il mestiere del tipografo al riparo da ogni sorpresa, Bianciardi attraversava la piazza con la custodia arancione del suo violoncello, sempre con il vento a scompigliarlo. E venne la guerra, il dopoguerra, l’idea che il mondo andasse rifatto daccapo: Terrosi comunista, Bianciardi anarchico, amici dei braccianti e dei minatori in lotta. Ma l’uno rimase, l’altro soffocava, e infilò la sua vita dentro una valigia. Andò a Milano, a cercare di rifare il mondo, tra case editrici come la Feltrinelli di Giangiacomo e quotidiani come “Il Giorno” di Mattei. Ma la disillusione fece boom, ed erano gli anni Sessanta. Infiniti tentativi, infiniti ritorni, poi l’epilogo: “Ho in mente di buttar giù una grossa pisciata sul miracolo italiano, sulla diseducazione sentimentale che è la nostra sorte d’oggi. Tu non immagini l’aridità della gente che mi sta intorno”. Le lettere di Bianciardi a Terrosi sono l’atto d’accusa al conformismo del mondo intellettuale: profetiche, perché sapeva che la provincia e la città sarebbero diventate un’unica preda, del pensiero uniformante, dei malanni della nostra cultura, sempre quelli.
MARIO TERROSI
Bianciardi com’era
Stampa Alternativa, pp.75, euro 10

(recensione uscita sul quotidiano " Il Tirreno" due giorni prima che il libro venisse bloccato)

5 commenti:

Anonimo ha detto...

continuano ad arrivare adesioni alla serata del 19 a pianizzoli, l'ultima è dell'editore romano Antonio Porta Ianua edizioni.....

Anonimo ha detto...

che poi sarebbe l'editore che ha avuto la fortuna di pubblicare nel 1985 il libro di bianciardi con la tacita approvazione della famiglia

Anonimo ha detto...

già, ma venti anni fa Bianciardi era completamente fuori mercato, adesso invece viene ri-scoperto...

Anonimo ha detto...

ma sai, a riscoprire si fa sempre in tempo. il problema è scoprire...
ps. mica dirai che la famiglia ha degli interessi su bianciardi, comunque? :-ppp

Anonimo ha detto...

lasciamo stare le famiglie! tengo famiglia! amo la mia famiglia! mamma solo per te la mia canzone vola!siamo tutti figli di mamma ! di mamme.....gli eredi son solo dei gran rompipalle, bruttecopie stinte...