16 dicembre 2006

Guerrieri italiani di ritorno dal fronte

Con il "Manifesto" oggi 16 dicembre è in vendita il supplemento del sabato "Alias". Nonostante la copertina si occupi di greatest hits, di white christmas, ed altre stronzate del genere, un piccolo occhiello a fondo pagina dice "Guerrieri italiani di ritorno dal fronte". L'articolo di Emilio Quadrelli è terribilmente bello, pur affogato, senza lanci di agenzia, occhielli sul Manifesto, come se sì, si pubblica ma non facciamone un caso(!) senza spiegazioni di sorta ( è un articolo, fa parte di un libro, chi sono gli intervistati?) al centro di Alias tra recensioni dei film di natale di De Sica e Bonolis, che ne hanno bisogno, si sa...L'articolo avrebbe meritato ben altro, e magari invece ci tocca anche ringraziare la redazione di non averlo cestinato......
Tre interviste AGGHIACCIANTI a soldati italiani combattenti di ritorno dal fronte o che, come nel caso di una soldatessa al fronte bramano di andarci al più presto, fanno piazza pulita, se ancora ce ne fosse stato bisogno, del mito dei " nostri bravi ragazzi in missione di pace all'estero". Come conclude magistralmente Quadrelli " la guerra non sembra essere altro che l'estensione della guerra combattuta quotidianamente contro i clandestini, basti pensare al numero di cadaveri clandestini di cui i mari delle nostre coste, militarmente presidiati, fanno incetta. Morti senza volto, per nulla diversi dai corpi profanati, torturati, bruciati e stuprati nelle varie zone di guerra e per di più totalmente inermi. A loro non è concessa neppure la carta estrema del suicidio combattente come forma ultima di resistenza. Con estrema semplicità e senza alcun clamore muoiono ingoiati dai flutti. Uno spettacolo che ciascuno può gustarsi seduto in poltrona insieme al suo corollario: il trasferimento dei sopravvissuti nei lager cpt. In poche parole bisogna riconoscere l'assenza di enfasi quando, rivolgendoci ai nostri soldati combattenti, li apostrofiamo benevolmente come i "nostri ragazzi". In effetti stanno facendo, senza se e senza ma, ciò che noi gli abbiamo chiesto e, al di là delle loro esperienze estreme, quel tipo umano è lo stesso che ogni giorno ritroviamo guardandoci allo specchio. Siamo partiti con non poco entusiasmo per andare alla ricerca di un particolare tipo umano, ma con non poca delusione siamo giunti a una scoperta stupida e terrificante, la stessa alla quale era pervenuta Arendt in uno dei suoi scritti più suggestivi: dietro l'orrore dell'olocausto e della tragedia nazista non vi era nulla di eccezionale, ma la prosaica banalità del male dell'uomo qualunque. La nostra banalità".
Dalle interviste....." Tu sai che quelli non sono come te, altre razze, altre culture, altri modi di vedere il mondo, sai soprattutto che sono inferiori a te, ma questo non vuol dire che non siano pericolosi, anche i topi e gli scorpioni possono uccidere.....il problema è che sono come bestie feroci e sono in grado di sopportare condizioni a noi inimmaginabili, me ne sono reso conto guardando come reggono agli interrogatori, hanno la stessa resistenza al dolore delle bestie e questo ti dice quanta differenza ci sia tra noi e loro....di civili ammazzati ne leggi tutti i giorni, ma sentirai parlare solo di quelli uccisi dai loro connazionali, non di quelli che facciamo fuori noi....dal nostro punto di vista non esistono civili, noi partiamo dal presupposto che tutti quelli che ci troviamo di fronte sono nemici....quella è gente non diversa dagli animali e al massimo li puoi trattare come animali un pò addomesticati, come gli extracomunitari che ci sono anche in Italia....devi fargli capire che la loro vita e la loro morte dipendono solo da te, che te puoi tutto e loro niente, i modi sono tanti....un altro sistema importante è quello della violenza verso le donne davanti agli uomini della famiglia; fare fottere la madre, la moglie o la sorella da 5 o 6 militari davanti ai maschi della famiglia è un modo di fargli perdere completamente l'autostima.....un altro modo è quello di mitragliare quando passi, senza alcun motivo, i passanti, cioè, senza farla troppo lunga, la prima fase è quella del terrore....l'idea di contro chi ci battiamo è molto chiara e del perchè ci battiamo ne siamo non solo coscienti ma orgogliosi. Sotto certi aspetti, la guerra attuale, è un pò la continuazione della guerra contro il comunismo. Anche adesso si tratta di liberare il mondo da un modello totalitario che schiaccia gli individui..............."
Buon natale.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

buon natale anche agli eroi di nassirya, che nella battaglia dei ponti stecchirono cento civili ed ebbero tre feriti con la pronta solidarietà di tutte le cariche dello stato ( ai tre feriti, ovvio...)

Anonimo ha detto...

chi ha strumenti di fronte a tutto questo?

Anonimo ha detto...

la resistenza armata ha strumenti; quando questi guerrieri tornano in una bella cassa da morto con un bel tricolore sopra, e tornano possibilmente prima a decine poi a centinaia e magari poi a migliaia belli secchi e duri, ecco, allora il paese pian piano si interroga e magari trova stupida e criminale una guerra spacciata per portatrice di pace e civiltà.....