28 febbraio 2006

Attroncamacchioni

Attroncamacchioni: avv. dial. Maniera caparbia di camminare nel bosco, procedendo in linea retta incuranti della vegetazione e asportandola al proprio passaggio.
fig. 1. Muoversi come un cinghiale.
2. Andare dritti a testa bassa rompendo ogni resistenza.
(Fonte: Dizionario dell’Accademia della Sugna, tuttora inedito)

E’ successo per caso. Siamo poco fuori Pitigliano, per il festival di Stampa Alternativa e contempliamo le misere spoglie di un improvvisato banchetto ai bordi del bosco. Al momento di riprendere la strada verso le porte del paese Luciana mi dice che c’è posto in macchina. E io faccio: "No, io tiro in su a piedi, vado attroncamacchioni". E lei: "Come vai?". "Attroncamacchioni", ribatto. "E che vole dì?", fa lei. Non ci credo, l’entusiasmo mi paralizza: c’è un’espressione maremmana che Luciana Bellini non conosce. Ogni volta che la incontro rimango impressionato dalla quantità di espressioni vernacolari che riesce a forgiare, modi di dire inauditi, che mi fanno sentire come se avessi un vocabolario di sole cento parole. Eppure è successo e per una volta sono riuscito a sorprenderla io. Accanto a me c’è suo marito Elvo. Sono tutto tronfio e con la stessa aria di chi è appena ritornato da un party con Lapo Elkan allargo le braccia con disappunto: "Ma come, voi della Maremma bassa non dite attroncamacchioni?". Lui scuote la testa, un po’ mogio, quasi in colpa. "No, ‘un si dice…" L’episodio probabilmente Luciana e Elvo se lo sono dimenticato. Ma io lo ricordo eccome.
Anzi, ho qualche altra parola con cui vorrei sfidare Luciana. Che vuol dire mesticciare? Svelo subito l’enigma. Vuol dire "tocchiccià con sollazzo", e me l’ha spiegato un Innominato bracconiere indicandomi delle ragazzotte, lascio intuire quale fosse l’atto perlocutivo che il mio esperto di dialettologia aveva in mente.
Ammetto di divertirmi come un pazzo ad arricchire la mia lingua così, incontrando poeti a braccio, contadine scrittrici come Luciana e bracconieri lussuriosi. E questa sarebbe la lingua dei subalterni? Subalterni saranno quelli che dicono brainstorming quando si incontrano, che viaggiano ticketless e che si accartocciano su neolingue sempre più vuote di significato. Qui si parla come cinghiali che si rotolano sull’alfabeto. Cinghiali che tirano a dritto, spezzando i rami secchi delle lingue morte. Che scrivono attroncamacchioni.

Alberto Prunetti

2 commenti:

Anonimo ha detto...

ho letto varie volte questo pezzo, e più che lo leggo, e più che mi piace...

Anonimo ha detto...

è carino, è carino