09 ottobre 2007

Elogio dei perdenti

Non seguo abitualmente il rugby.
Certo, da quando l'Italia partecipa al Sei Nazioni ogni tanto guardo uno spezzone di partita in tv, e una volta sono anche andato a vedere un test-match contro l'Argentina. Però non capisco alcune regole, nè mai le capirò (questo l'ho capito, dagli e dagli), ma comprendo come anche chi si avvicini al calcio non capisca una buona metà di ciò che vede, però magari tifa anche una squadra, forse è giusto così.
Si stanno disputando in Francia i Mondiali di rugby, probabilmente il primo evento sportivo rugbystico veramente pompato anche dalle tv: Sky aveva comprato i diritti, l'Italia puntava ad entrare fra le prime 8 del mondo, tante le squadre forti, una quella da battere. Gli All Blacks.
Anche chi non ha mai visto una partita di rugby, probabilmente conosce gli All Blacks. Quella squadra di omoni che, per capirci, prima di ogni partita si sistema in mezzo al campo e fa una danza maori di alcuni minuti, chiamata Haka (anzi, ka-mate, per la precisione). Una cosa che solo a vederla mette i brividi, come la partita di pallone dei rinoceronti in Pomi d'ottone e manici di scopa: osservare questi omoni inscenare questa danza, spesso fa perdere le partite prima ancora di giocarle. Anche perchè loro sono la miglior squadra del mondo da sempre, anche se hanno vinto solo una coppa del Mondo, la prima perdendo poi tutte le altre, per un motivo o per l'altro.
Contro l'Italia, nel girone di qualificazione, dopo venti minuti avevano già segnato 40 punti, più o meno quelli che l'Italia ha fatto in tutto il torneo. La partita è poi finita 76/14. Qualche giorno dopo la Scozia, che poi ci ha eliminato, è stata tritata per 40/0. Uno schiacciasassi.
Per un gioco di incroci saltati, visto che la Francia padrona di casa è arrivata seconda nel suo girone dietro l'Argentina, nei quarti di finale si è giocato Francia-Nuova Zelanda. Il match che la Francia mai avrebbe voluto giocare così presto. Non solo. Non prevedendo di arrivare secondi, i francesi avevano assegnato questo quarto di finale a Cardiff (il Mondiale è in Francia, ma alcune partite si sono giocate nel Regno Unito), come contentino ai gallesi per vedere anche loro gli All Blacks.
E così oggi, sabato 6 Ottobre, a Cardiff è andata in scena Nuova Zelanda-Francia. In campo neutro, anche se i Mondiali si giocano in Francia, una follia della manifestazione. Un ulteriore vantaggio per loro, gli All Blacks. Che nel giro di una ventina di minuti si sono portati sul 13/0.
Finita, si pensava. Macchè, la Francia ha recuperato sul 13/13. Nuovo allungo dei neri sul 18/13, ma ribaltone finale sul 20/18 per i francesi.
La partita della vita giocata e vinta contro i maestri del rugby.
Che da 20 anni non vincono niente.
Si contano a decine le squadre che nella storia dello sport sono state le migliori di un'epoca e non hanno vinto nulla. L'esempio più fulgido fu l'Ungheria degli anni '50 nel calcio, che batteva tutti con punteggi tennistici, dominò un Mondiale dalla prima all'ultima partita, per perdere a 10 minuti dalla fine della finale 3/2 con la Germania, umiliata 8/3 nella partita del girone solo 20 giorni prima.
Non so cosa si provi oggi in Nuova Zelanda, quali saranno le reazioni della gente.
Pensare a questi omoni, che sono i migliori del mondo, e puntualmente da 20 anni sbagliano l'appuntamento che conta fa pensare. Forse sarà la paura, a questo punto, e non basta l'haka a mandarla via. O forse solo il destino che si diverte a far vincere non i più forti, ma quelli che in quel mese dimostrano di avere qualcosa in più. Non si sa di cosa, ma in più. L'Italia di Lippi, la Grecia degli Europei, la Russia nel basket, la Spagna nella pallavolo, alcuni degli ultimi esempi. Squadre buone, ma senza i favori del pronostico. Solo che nel caso di altri sport, i favoriti sono più d'uno. Nel rugby no, anche se perdono da 20 anni tu pensi ai migliori, e pensi a loro: gli All Blacks.
Una leggenda mondiale, e che magari al ritorno a casa verrà presa a pomodori (se fosse in Italia accadrebbe, statene certi). Forse è giusto così, forse le loro sconfitte servono solo a fomentare l'attesa del mondo per altri 4 anni, per vederli sul gradino più alto del podio, con le lacrime agli occhi, come bambinoni di 130 kg che abbiano sconfitto l'esorcismo e abbiano (finalmente) vinto.
Non si può che volergli bene agli All Blacks, non si può che voler bene a chi sia il migliore per tutti e puntualmente non vinca. Sembra quasi un vezzo di chi non vinca consapevolmente, detta così.
Diceva un aforista che adesso mi sfugge: "due sono le persone più vicine al mio cuore: un re senza regno, e un povero che non sa chiedere l'elemosina".
Gli All Blacks sono dei re senza regno.
Li amiamo (anche) per questo.

Alessandro Tozzi

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Scusate ma non ho saputo resistere... Grazie Ale!

Anonimo ha detto...

non c'è di che