17 novembre 2009

La persecuzione dei giovani

La persecuzione dei giovani

di Andrea Scarabelli


Se vedi novanta poliziotti in assetto antisommossa a Milano, sui navigli, in un’alba spenta che solo novembre sa offrire, pensi di assistere a un’operazione di estrema gravità e urgenza. Magari per sventare qualche pericolosissima minaccia terroristica esotica, come quella che da oggi scopriamo incombere sul nostro premier. Se poi li vedi circondare il Lab Zero o Ringhiera, insomma la casa occupata sul nuovo parco lungo Ripa di Porta Ticinese, pensi che sia imminente lo sgombero, un’altra mossa dell’offensiva unilaterale innescata da questa città contro tutti gli spazi non omologati in nome della “riqualificazione”.Invece, no.Questo venerdì 13 novembre, quell’impressionante schieramento di poliziotti è lì per arrestare tre degli occupanti. Tre pericolosissimi appena ventenni, ancora addormentati. Altri due ragazzi sono già stati prelevati dalle loro abitazioni nell’hinterland, buttati giù dal letto come criminali pronti alla fuga. Tutti e cinque hanno tra i venti e i ventiquattro anni, uno di loro finisce a San Vittore, gli altri quattro ai domiciliari. L’accusa è di rapina aggravata e lesioni, sembra che rischino dai quattro ai dieci anni di carcere.Che cosa hanno fatto?Si sono rifiutati di pagare qualche centinaio di fotocopie fatte presso la libreria Cusl dell’Università Statale, il 2 ottobre scorso. Un bottino di al massimo una ventina di euro.
Forse la notizia riportata nella sua brutalità può restituirci un po’ dello sconcerto che non siamo più in grado di provare. Mese dopo mese, in questa Italia e in questa Milano, stiamo imparando ad accettare nuovi livelli di realtà. Una situazione simile fino a poco tempo fa sarebbe stata letta come un falso, uno scherzo, una deformazione, qualunque cosa; oggi esiste, è terribilmente reale, forte di tutti i presupposti che l’hanno resa possibile. La nostra opinione pubblica sembra vivere in una condizione di stress post-traumatico che fa accettare passivamente qualsiasi cosa.Siamo pronti quindi a tollerare un simile spreco di risorse pubbliche per uno schieramento di forze delirante, allo scopo di fermare cinque persone perfettamente reperibili in qualsiasi momento, cinque ragazzi che avevano compiuto un’azione la cui gravità si equipara al rubare la merenda a un compagno a scuola, nell’ora di ricreazione. Cinque ragazzi appena più giovani di me, che ora rischiano di vedere la loro vita rovinata. In una città come Milano, in cui è ormai impossibile nascondere il vergognoso scandalo della penetrazione della criminalità organizzata nell’edilizia e nei fantomatici lavori per l’Expo, in cui evidentemente i problemi di illegalità stanno a ben altri livelli, questo non può e non deve essere reale.Lo è, invece, e non solo: ci tocca leggere articoli di giornale spietati come quelli subito comparsi, pronti a trattare questi ragazzi come soggetti altamente pericolosi, con grande sprezzo del ridicolo.
È ormai evidente che stiamo assistendo a una vera e propria persecuzione dei giovani, come aveva già osservato qui Valerio Evangelisti nel suo editoriale Ucciderli da piccoli: anche questo ennesimo episodio non deve essere considerato slegato dagli altri agghiaccianti avvenimenti degli ultimi giorni. Prima di tutto le circa sessanta denunce partite per i cortei dell’Onda dello scorso anno. Poi l’assedio sistematico a tutte le forme di cultura e di aggregazione giovanile, con l'esempio surreale dell’inaugurazione della cancellata che impedisce l’accesso alla collinetta davanti al Mom proprio nel giorno del ventennale della caduta del muro di Berlino (!). Qualsiasi richiesta di spazi viene negata, prima a parole, e poi da uno sbarramento di manganelli. Infine forse il caso più angosciante di tutti, la chiusura del liceo serale statale Gandhi, fiore all’occhiello della città, i cui studenti sono stati a loro volta perseguitati, continuamente sgomberati, picchiati e dispersi, e aspettano in presidio permanente in tenda da due mesi, solo per rivendicare il proprio diritto allo studio. Il comune ha avuto il coraggio di mantenere la propria posizione anche dopo la sentenza del Tar che ha dato ragione agli studenti, bloccando la chiusura della scuola. Sempre venerdì 13, di sera, gli studenti hanno provato a occupare per protesta la sede delle scuole civiche, in via Marsala. Sono stati sgomberati la mattina dopo, all’alba, dai soliti poliziotti armati fino ai denti come se dovessero fare irruzione in un covo mafioso. Il video dell’operazione stringe il cuore.Eppure anche questa realtà è possibile, proprio perché abbiamo imparato ad accettarla: quella della fiamma ossidrica della polizia che apre la porta, mentre gli studenti sempre più angosciati cantano in coro con voce rotta “vogliamo solo studiare”.
Ho scritto questo intervento di getto, pieno di sconcerto e rabbia per quanto accaduto e per il fatto che quasi nessuno avesse preso posizione in merito, e proprio ora mentre rileggo il pezzo sto seguendo la diretta del corteo di oggi, sempre a difesa del liceo Gandhi, in centro, in cui la polizia ha fermato altri quattro ragazzi e caricato i manifestanti. Difficile davvero, di questi tempi, essere giovani a Milano. Non respiri, e non si tratta solo dei veleni a cui l’aria ti condanna ogni giorno. Non esiste lo spazio vitale per crescere, agire, fare proposte culturali proprie. Non esiste un mercato di lavoro capace di vederti come una risorsa, e non come un pezzo di carne rimpiazzabile in qualsiasi momento, e fino ad allora sfruttabile a piacere, gratis. Difficile davvero, resistere alla tentazione di andarsene da un paese che sa solo sputare su di te. E che ti ripaga così della scelta di restare, di impegnarti a costruire qualcosa in mezzo a tutto questo disastro. Rimboccati le maniche, perché sarà dura davvero.

www.carmillaonline.com

8 commenti:

stefano ha detto...

Il pezzo di Andrea parla di Milano, ma si può applicare a quasi tutta Italia. Anche di questo parlavamo stasera a Siena alla presentazione di Maginot, libro di Alessandro Angeli sui giovani delle periferie romane

ulisse ha detto...

poi ci si chiede il perchè di tante fughe dall'italia....

Erasmo ha detto...

Molte cose accadono ultimamente. Un primo ministro puttaniere alla disperata ricerca di una legge che dica che non sarà mai più processabile.Un presidente della Camera che gioca a fare il poliziotto buono, peccato sia sempre quello di Genova, quello che ha fatto uccidere , rivendicandolo in tv, Carlo Giuliani. Un governatore del Lazio che tira coca mentre gioca coi trans, e poi entra in convento a Cassino, sveglia alle 5, preghiere, colazione coi frati, lavoro a zappare gli ulivi e l'orto, pranzo, meditazione, preghiere, cena preghiere e rinculino finale si spera. La trans brasiliana sua amica, Brenda, che intanto muore in un seminterrato di dieci metri quadri con soppalco a 500 euro al mese. Giusto oggi su Repubblica, De Cataldo,autore di Romanzo criminale, a questo riguardo e a proposito delle ultime rivelazioni sul caso Orlandi del 1983 che vedrebbe coinvolta la banda delle Magliana , Monsignor marcinkus e il Vaticano, dice, - ma in che razza di paese viviamo? -
Il fatto è che l'Italia non è un paese, ma uno stato d'animo. Non è una democrazia, ma uno stato fondato sulla famiglia e la raccomandazione. Sui poteri criminali e occulti. Sull'ipocrisia, il non detto, e il fascino(fascismo) immortale dell ' imperatore, il duce, il presidente, chiamatelo come volete, il risultato non cambia.
E oramai da molti anni, la situazione si incancrenisce. Non c'è futuro per i giovani che non sono figli di o amici del o caldeggiati da.
Per cui, per favore, tenetevi Battisti in Brasile, qui durerebbe poco, come Brenda.
Per cui me ne vo anch'io, in Spagna penso.
Qui non si respira più.
Basta.

Ale ha detto...

tu nun ce lassà ...

Aldino ha detto...

Condivido tutto, tranne il fatto che anche te ora ti levi dai coglioni.
Dio boi, già siamo pochi.... .
Ti auguro buona fortuna, ma se tu fossi rimasto te ne avrei augurata anche di più.
E poi, per dirla tutta penso che quelli come noi non ce la facciano a stare bene neanche in Spagna o in Norvegia o ... sempre di un paese diviso in ricchi e poveri si tratta, ti basterebbe di non avere tra i coglioni il nano ricucito di Arcore ? pensi che i poliziotti siano più buoni ?
... poi magari torni e ti incazzi se noi non siamo riusciti a cambiare un cazzo.
Ti ci vedo di già.

mmmm

Annalisa ha detto...

Oh, grazie, Stefano, di queste notizie, che spesso non riesco a seguire da sola.
La Tv non la guardo, e comunque non le darebbe, ma il Web è a volta una trappola infernale e non mi riesce di tenermi informata su tutto.
Poi, sì, c'è anche che alle volte nascondo la testa nella sabbia.
Sono un po' scoraggiata.
Abbiamo tentato di opporci alla Gelmini, a scuola, collegio docenti straordinario, decisione di sospendere tutte le attività extrascuola (gite, uscite didattiche, viaggi, teatro, ecc.), non tanto per irpicca, quanto per difficolta oggettive: se un insegnante esce con una classe, on ci son più risorse per supplirlo nelle altre classi che lascia a scuola.
Ecco, stiamo già facendo marcia indietro. Io ho qui il comunicato stampa da far girare, e il preside (che era d'accrodo sul blocco) mi dice che il colleghi si sono accorti solo ora di cosa hanno votato, che i genitori protestano, che magari poi gli alunni vanno in un'altra scuola, ecc. ecc.
Lui chiede di chinare la testa, i colleghi chiedono di tornare sui nostri passi, ci faremo una figura di merda, e gli altri andranno avanti a fare quello che vogliono.
Sono proprio un po' stufa.
Ciao, scusa lo sfogo
Annalisa

antonello ha detto...

ste, son tre anni che lo dici! fatti , vogliamo fatti ! un abbraccio

stefano ha detto...

stavolta parto davvero, finito il tempo degli al lupo al lupo...