18 maggio 2007

Le vite degli altri

"Può un nemico insegnarti la libertà?", si chiedeva tanti anni fa quel genio di Elias Canetti. Le vite degli altri, recente opera prima di un regista tedesco dal cognome impronunciabile, ci ribadisce senza dubbio di sì.

La trama è semplice, almeno all'inizio. Buoni da una parte (lo scrittore -non avverso al regime, e che in cambio non è apertamente contro lo stesso, e la sua compagna, una famosa attrice teatrale), cattivi dall'altra(il Ministro che ordina lo spionaggio dello scrittore per fini personali, essendosi invaghito dell'attrice; il tenente colonnello asservito al Poteree pronto ad approfittare dei vantaggi che derivano dall'essere carnefice; il capitano che si occupa di spiare i due, all'apparenza grigio e freddo, e che risulterà essere il personaggio a sorpresa del film). Sullo sfondo, laGermania Est degli anni bui, ben ricostruita.

Film applaudito dalla critica mondiale, e vincitore dell'ultimo Oscar che, senza aggiungere altro sulla trama, invito ad andare a vedere, per immergersi nella vita della DDR dell'altroieri (il film si svolge nel 1984, quando qui andavano i Duran Duran), e nei panni del capitano che si trova ad
interagire nella vita della coppia di artisti famosi.

Cambiando il destino di tutti e tre.

Il film ha un prefinale, attinto dalla realtà, molto particolare.

Quando nel 1989 cadde il Muro, una delle Leggi che vennero approvate fu di consentire ai cittadini di prendere visione del proprio fascicolo personale, e con esso anche di chi li spiava. Una tonnara vera e propria, con rischi enormi anche se, dice il regista in un'intervista, il 90% della popolazione ha preferito non sapere, e continuare così a vivere, come se nulla fosse stato. Salvandosi forse la vita almeno dai rancori di chi è stato tradito, magari dal migliore amico.

L'attore protagonista, che nel film fa la spia, è uno di quel 10% che invece nella realtà ha voluto sapere. Venendo a scoprire che lo spiavano la seconda moglie, e 4 attori della sua compagnia. Anche da qui la sua interpretazione, e ai giornalisti che gli chiedevano come avesse fatto ad entrare così bene nella parte della spia, si è limitato con un sorriso sardonico a dire "Ho
ricordato."

Anche qui il regista interprete del film sceglie di sapere, di aprire quei fascicoli. Per capire cosa è accaduto. Probabilmente senza capirlo fino in fondo nemmeno lui: il film è una favola moderna, di quelle che ti aiutano ad avere fiducia nel prossimo, anche in quello che non si conosce. Dunque così lontano dalla realtà.ma, chissà, se un amico può insegnarti la libertà, forse può insegnarti anche tante altre cose. Si tratta solo di avere la forza di aspettarsele, e di sperare che la vita degli altri, per una volta, sia la nostra.

Chissà che ne penserebbe Canetti.

Alessandro Tozzi

1 commento:

Il Blog del Fondo ha detto...

bellissimo film....Dario