C'è un foglio di carta che dice le leggi
e le regole di un gruppo di gente
che vive su un suolo comune:
c'è un foglio di carta che scrive
le norme di convivenza,
è un mattone di ferro
e di sangue e di terra
e di uomini e donne
che morti hanno sperato la libertà,
è un mattone sul quale si appoggia
il palazzo d'Italia, palazzo che preme
e spinge e scheggia
il mattone primario,
che resiste a stento,
ma tutti si ha da sapere che se cede,
se il mattone si sgretola,
sfalda, sfarina,
allora il palazzo si disfa,
e sarà ferro
e sangue e terra
e uomini e donne
che dovranno ancora morire sperando la libertà.
Questi sono i versi con cui Carlo Gabardini apre lo spettacolo di Paolo Rossi (“Il signor Rossi e la Costituzione”) di cui è coautore. Penso che il motivo che mi spinge a mandarveli sia chiaro: partecipiamo al referendum e spingiamo a farlo chi ci è vicino, aldiquà o aldilà delle miserie di una destra criminale e di una sinistra (?) orba e meschina - sono eufemismi ovviamente - che proprio in queste ore è protagonista dell’ennesima spartizione, di democristiana memoria, della RAI.
Statemi sani.