Ascoltando il telegiornale stasera, mi ha colpito la tragedia accaduta a l'Aquila ad un gruppo di sordomuti della provincia di Roma.
Andati fin lì in pellegrinaggio (incredibile) alla Chiesa di S. Maria in Collemaggio, non ho capito se prima o dopo la visita, mentre erano nei pressi della stazione, si sono visti cadere in testa un albero plurisecolare (non c'era un filo di vento, fra l'altro, e l'albero stava lì tranquillo, senza che nessuno avesse mai pensato potesse cadere), che ha ucciso uno di loro e ne ha feriti altri sei, in maniera più o meno grave.
Si vedono film già visti e si ripetono cose già dette: come si concilia tutto questo con Dio, o con qualunque altro essere superiore che si diverta a giocare con la vita degli uomini? Suonano scontate, ma del tutto insufficienti, le parole dei cattolici convinti in queste situazioni: il male esiste, Dio ha deciso così, questo è quanto doveva fare la Provvidenza, ognuno ha un suo destino. Tutto già sentito. E ampiamente digerito, sono domande che ormai uno non si pone nemmeno più, a meno che una cosa molto brutta non tocchi noi o i nostri cari, in maniera diretta. Solo che ogni tanto la domanda, come la goccia cinese, ritorna, pur sapendo non vi sia risposta che tenga.
Alluvioni nei paesi del terzo mondo, carestie, disastri vari, milioni di bambini innocenti (loro sì innocenti) che muoiono: si può pensare ad un Dio del tutto fuori da quello che accade nel mondo? oppure non in grado di impedire tutto, e mica ha 6 miliardi di occhi... Forse sì, però poi diventa altrettanto complicato tirarlo in ballo quando si parla di miracoli: lì Dio, per i cattolici, c'è. Ma ci sarebbe comunque, a pensarci bene. Nel senso che vale più un mezzo miracolo che migliaia di eventi nefasti non "impediti" (che brutto termine: si potrà un giorno mettere sotto processo Dio per omissione di soccorso?), aiuta a tener viva la fiammella, a credere che quel mezzo miracolo possa toccare magari un giorno a noi: che non sia questa la grandezza del miracolo, e dunque di Dio? Cioè di tener vivo quello che si può, illudendoci che lui c'è per tutti, quando invece è evidente che nel 99% dei casi è assente, oppure ragiona seguendo ragioni diverse e a noi imperscrutabili.
Forse per il sordomuto è stato meglio così, vai a sapere sul libro del Destino cosa sarebbe stato previsto ancora per lui se fosse vissuto.
Forse in tante altre circostanze è meglio così, se in Africa non morissero milioni di bambini il pianeta scoppierebbe e addio tutti.
Se un alluvione non si portasse via mezza India tutti gli anni, idem.
Messa così, potrebbe anche andare, magari anche aiutarci in questi momenti di impasse, del dentro o fuori preferisco la soglia, dei dubbi giganti come nuvole dentro i nostri cuori, dell'accettare quello che ci capita sempre e comunque, che qualcuno pensa sempre per te.
Ma non ci aiuta a capire, quello non è previsto; solo può spingere ad avere fede, ancora fede, sempre più fede, a piacere. Per uscirne.
Forse i suoi sono dei messaggi di mortalità, diversi dalla morte.
Nel senso che la morte ha una linearità nel suo caleidoscopio, e tendiamo oramai ad esserne immuni, ne vediamo talmente tutti i giorni.
Forse le morti assurde, quelle fuori dagli schemi, ci aiutano a riflettere sul nostro essere comunque di passaggio, volenti o nolenti; ci spingono ad essere migliori per l'indomani, ove arrivasse anche per noi una mazzata; ci possono portare ad essere compassionevoli verso chi soffre, pensando che un domani potrebbe toccare anche a noi.
Forse è questo. O forse no.
L'unica certezza è che non c'è risposta, anche se i cattolici ferventi e gli atei si affanneranno a darla, in entrambi i casi tutto va precisato, delimitato, ricompreso e catalogato. Anche l'albero secolare che cade sulla testa del sordomuto a 300 Km da casa, andato lì per un pellegrinaggio.
Lasciandoci così da soli, in mezzo al guado, a chiedere un segno.
Che, ahinoi, non arriverà mai.
Andati fin lì in pellegrinaggio (incredibile) alla Chiesa di S. Maria in Collemaggio, non ho capito se prima o dopo la visita, mentre erano nei pressi della stazione, si sono visti cadere in testa un albero plurisecolare (non c'era un filo di vento, fra l'altro, e l'albero stava lì tranquillo, senza che nessuno avesse mai pensato potesse cadere), che ha ucciso uno di loro e ne ha feriti altri sei, in maniera più o meno grave.
Si vedono film già visti e si ripetono cose già dette: come si concilia tutto questo con Dio, o con qualunque altro essere superiore che si diverta a giocare con la vita degli uomini? Suonano scontate, ma del tutto insufficienti, le parole dei cattolici convinti in queste situazioni: il male esiste, Dio ha deciso così, questo è quanto doveva fare la Provvidenza, ognuno ha un suo destino. Tutto già sentito. E ampiamente digerito, sono domande che ormai uno non si pone nemmeno più, a meno che una cosa molto brutta non tocchi noi o i nostri cari, in maniera diretta. Solo che ogni tanto la domanda, come la goccia cinese, ritorna, pur sapendo non vi sia risposta che tenga.
Alluvioni nei paesi del terzo mondo, carestie, disastri vari, milioni di bambini innocenti (loro sì innocenti) che muoiono: si può pensare ad un Dio del tutto fuori da quello che accade nel mondo? oppure non in grado di impedire tutto, e mica ha 6 miliardi di occhi... Forse sì, però poi diventa altrettanto complicato tirarlo in ballo quando si parla di miracoli: lì Dio, per i cattolici, c'è. Ma ci sarebbe comunque, a pensarci bene. Nel senso che vale più un mezzo miracolo che migliaia di eventi nefasti non "impediti" (che brutto termine: si potrà un giorno mettere sotto processo Dio per omissione di soccorso?), aiuta a tener viva la fiammella, a credere che quel mezzo miracolo possa toccare magari un giorno a noi: che non sia questa la grandezza del miracolo, e dunque di Dio? Cioè di tener vivo quello che si può, illudendoci che lui c'è per tutti, quando invece è evidente che nel 99% dei casi è assente, oppure ragiona seguendo ragioni diverse e a noi imperscrutabili.
Forse per il sordomuto è stato meglio così, vai a sapere sul libro del Destino cosa sarebbe stato previsto ancora per lui se fosse vissuto.
Forse in tante altre circostanze è meglio così, se in Africa non morissero milioni di bambini il pianeta scoppierebbe e addio tutti.
Se un alluvione non si portasse via mezza India tutti gli anni, idem.
Messa così, potrebbe anche andare, magari anche aiutarci in questi momenti di impasse, del dentro o fuori preferisco la soglia, dei dubbi giganti come nuvole dentro i nostri cuori, dell'accettare quello che ci capita sempre e comunque, che qualcuno pensa sempre per te.
Ma non ci aiuta a capire, quello non è previsto; solo può spingere ad avere fede, ancora fede, sempre più fede, a piacere. Per uscirne.
Forse i suoi sono dei messaggi di mortalità, diversi dalla morte.
Nel senso che la morte ha una linearità nel suo caleidoscopio, e tendiamo oramai ad esserne immuni, ne vediamo talmente tutti i giorni.
Forse le morti assurde, quelle fuori dagli schemi, ci aiutano a riflettere sul nostro essere comunque di passaggio, volenti o nolenti; ci spingono ad essere migliori per l'indomani, ove arrivasse anche per noi una mazzata; ci possono portare ad essere compassionevoli verso chi soffre, pensando che un domani potrebbe toccare anche a noi.
Forse è questo. O forse no.
L'unica certezza è che non c'è risposta, anche se i cattolici ferventi e gli atei si affanneranno a darla, in entrambi i casi tutto va precisato, delimitato, ricompreso e catalogato. Anche l'albero secolare che cade sulla testa del sordomuto a 300 Km da casa, andato lì per un pellegrinaggio.
Lasciandoci così da soli, in mezzo al guado, a chiedere un segno.
Che, ahinoi, non arriverà mai.
Alessandro Tozzi
1 commento:
ALE, CHE HAI MANGIATO OGGI PER STARE COSì MALE STASERA?! SENSI DI COLPA? CATTIVA DIGESTIONE? HAI INCONTRATO LO TITO? SOGNATO CHE SILVIODUCE PRENDEVA IL 70% ? Non cominciare anche te...ci mancava un richiamo al povero tommy e poi si era tutti...basta e avanza per tutti questo pianeta...
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